Può capitare a tutti, soprattutto alle donne e in generale a coloro che fanno movimenti ripetitivi delle mani, come pizzaioli, massaggiatori, utilizzatori del computer: la sindrome del tunnel carpale, origina per effetto della compressione del nervo mediano al polso. Il dottor Davide Pennazzato, Ortopedico dell’Ospedale di Tradate, spiega cause e cure di questa patologia.
Il tunnel carpale è definito dallo spazio che mette in comunicazione la loggia anteriore dell’avambraccio con la regione palmare. È delimitato da tre pareti ossee e da una parete fibrosa rappresentata dal legamento trasverso del carpo che ne costituisce il limite verso la superficie. All’interno del tunnel carpale troviamo i nove tendini dei flessori lunghi delle dita e il nervo mediano. La sindrome del tunnel carpale si manifesta a causa dello schiacciamento del nervo mediano, che quindi si infiamma e non è in grado di svolgere la sua normale funzione di conduzione degli stimoli nervosi.
Quali sono le cause della sindrome del tunnel carpale? Chi interessa?
“Compare quando, per diverse ragioni, lo spazio entro il tunnel si restringe e il nervo mediano viene compresso. La sindrome del tunnel carpale è nella maggior parte dei casi idiopatica in quanto non è attribuibile a una causa definita. Le forme secondarie possono essere attribuite a diverse cause che agiscono aumentando il volume delle strutture contenute all’interno del tunnel o riducendo il volume del tunnel stesso.” spiega il dottor Davide Pennazzato, Ortopedico dell’Ospedale di Tradate.
È molto frequente nella popolazione, soprattutto nelle donne e dopo i 45-50 anni d’età.
Tra le cause:
· Abitudine a movimenti ripetitivi delle mani (es. pizzaioli, massaggiatori, addetti all’uso del martello pneumatico, musicisti)
· Variazioni ormonali, nelle donne
· Conformazione del tunnel carpale
· Gravidanza, anche per l’aumentata ritenzione idrica
· Malattie che aumentano lo spessore dei tendini (es. ipotiroidismo, poliartrite reumatoide, diabete)
· Traumi o lesioni del polso
· Formazione di cisti
· Fattori concomitanti, non sempre noti
Sintomi della sindrome del tunnel carpale
Un primo campanello d’allarme è il formicolio delle prime dita, avvertito soprattutto di notte. Il mignolo, che non è attraversato dal nervo mediano, è sempre escluso dalla comparsa dei sintomi. Il formicolio può tramutarsi in indolenzimento, fino a vero e proprio dolore, continuativo o intermittente. La sensazione è spesso quella di avere la mano attraversata da piccole scosse elettriche oppure di averla addormentata come quando è rimasta compressa a lungo nella stessa posizione. Viene allora naturale scuoterla per lenire l’indolenzimento. Il dolore può estendersi all’avambraccio o all’intero braccio.
Dal punto di vista delle capacità motorie, il peggioramento della sindrome implica crampi improvvisi alle dita, difficoltà a muovere il pollice, a tenere oggetti in mano, a scrivere, sia a mano che al computer.
Diagnosi
“Il formicolio notturno è già un buon indizio, ma lo specialista deve innanzitutto poter fare un esame obiettivo del polso e della mano. Poi deve ragionare con il paziente delle possibili cause e delle abitudini nell’uso delle mani”, spiega ancora il dottor Davide Pennazzato.
Esami strumentali utili sono:
· Elettromiografia/Elettroneurografia Studiano la conduzione nervosa a livello del nervo mediano e sono esami complementari all’esame clinico. Valutano quantitativamente il danno che il nervo mediano subisce a causa del suo intrappolamento
· Radiografia delle mani, per verificare la presenza di eventuali fratture
· Altri test di laboratorio nel caso di sospetto di patologie associate (es. diabete, ipotiroidismo, artrite reumatoide ecc.).
Trattamento
La sindrome del tunnel carpale può evolvere verso la remissione spontanea. Nei pazienti con sintomatologia intermittente è indicato un approccio conservativo con antinfiammatori e neurotrofici associata all’uso di tutori notturni che mantengano il polso in posizione neutra.
Il trattamento chirurgico è indicato in caso di fallimento della terapia conservativa o come scelta immediata in caso di presenza di parestesie costanti, deficit della sensibilità o della forza muscolare, o segni elettromiografici di danno assonale.
“Utilizzo una tecnica mini-invasiva al palmo della mano in anestesia locale senza l’uso del tourniquet” spiega il dottor Davide Pennazzato.
Come dal dentista non si eseguono esami preoperatori e il paziente dopo la procedura può tornare immediatamente a casa. Il paziente non ha nausea e vomito o altri spiacevoli effetti dell’uso di oppiacei o sedazioni. Inoltre il paziente può parlare al chirurgo durante la procedura e ottenere tutte le informazioni necessarie alle cure post-operatorie.
La durata dell’intervento è di circa 10 minuti.
photo: Medical News Today
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