Introduzione
La protesi totale di anca impiantata mediante un accesso anterolaterale mini-invasivo a paziente supino permette un rapido recupero dopo l’intervento con un ritorno alla vita quotidiana senza dolore.
Rappresenta la migliore scelta nel paziente affetto da coxartrosi, l’artrosi dell’anca.
La protesi totale di anca è costituita da una coppa acetabolare impiantata nella cavità cotiloidea del
bacino, da uno stelo inserito nella diafisi femorale e da una testina che permette a questo di articolarsi con un inserto, in plastica o in ceramica, posto all’interno della coppa acetabolare.

Valutazione clinica
L’esame pre-operatorio consiste in un’attenta valutazione clinico anamnestica del paziente.
Verranno considerate le condizioni generali del paziente nonché le richieste funzionali, l’età, il sesso e la diagnosi pre-operatoria.
L’articolarità dell’anca da operare (intra rotazione, extra rotazione, flessione, estensione, abduzione ed adduzione) è misurata e comparata con l’altra anca. Verrà inoltre valutata l’andatura del paziente, l’atteggiamento dell’arto e del bacino e le patologie associate a carico del ginocchio e del rachide.
Si valuteranno le asimmetrie di lunghezza delle gambe obiettive e/o funzionali.
Valutazione radiografica
Una radiografia digitale è usata per la pianificazione pre-operatoria con software dedicati.

L’obiettivo della panificazione protesica è il ripristino della normale biomeccanica dell’anca.
Scelta dell’impianto protesico
La scelta e il posizionamento dell’impianto protesico deve riprodurre il più fedelmente possibile la biomeccanica dell’anca nativa con ripristino della simmetria della lunghezza degli arti inferiori e dell’offset.
Indicazioni
L’accesso anterolaterale mini-invasivo è adatto per i pazienti di tutte le età. Garantisce un’adeguata esposizione dell’articolazione al fine di permettere il corretto orientamento delle componenti protesiche ed, allo stesso tempo, minimizzare il traumatismo chirurgico dei tessuti periarticolari.
L’approccio chirurgico sfrutta l’interstizio naturale fra il tensore della fascia lata ed il medio gluteo.

Vantaggi
- vita normale in breve tempo
- meno dolore
- mobilizzazione precoce
- riabilitazione più veloce
- minore ospedalizzazione
Questa via chirurgica permette un facile e veloce posizionamento del paziente sul tavolo operatorio. La posizione a pancia in sù è molto più confortevole per il paziente rispetto a quella sul fianco ed è importante per la sicurezza. L’anestesista può effettuare un miglior controllo della funzione cardiocircolatoria e respiratoria.
A paziente supino si ha un miglior controllo della lunghezza degli arti e dell’orientamento delle componenti protesiche. E’ possibile eseguire la protesi totale d’anca bilateralmente senza difficoltà e senza dover riposizionare il paziente.

Non è necessario staccare nessun muscolo dall’osso. L’accesso preserva le inserzioni muscolari in particolare dei muscoli glutei.
Il nervo sciatico e femorale rimangono incolumi durante la procedura chirurgica.

Le perdite ematiche sono ridotte con l’approccio mini-invasivo rispetto agli approcci convenzionali.
Con l’accesso mini-invasivo i pazienti hanno meno dolore e hanno una riabilitazione più veloce rispetto alla chirurgia tradizionale.
Il giorno dopo l’intervento i pazienti sono incoraggiati a stare in piedi e camminare per piccole distanze con l’aiuto delle stampelle. Alla dimissione dall’ospedale dopo 4-5 giorni i pazienti sono in grado di deambulare autonomamente con le stampelle e dopo un periodo di tre settimane nel centro riabilitativo sono quasi autonomi (l’età e le condizioni del paziente giocano chiaramente un ruolo importante).
Il rischio di lussazione e di infezione è raro con questo tipo di approccio all’anca.
La cicatrice dopo un approccio mini-invasivo è piccola e meno visibile rispetto alla chirurgia convenzionale.
Protesi anca: la via che riduce i tempi di recupero dopo l’intervento
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